Posologia: Tre dosi al giorno, indifferentemente prima o dopo i pasti.

Avvertenza: puo' indurre crisi d'dentita', dissociazione dai luoghi comuni, opinioni eretiche. Non somministrare a soggetti privi d'ironia. Masticare bene prima d'ingoiare.

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I box con le news pubblicati in questo blog, sono autoaggiornanti.

martedì 27 gennaio 2009

Maledetta pioggia

Maledetta pioggia, prepotenza vigliacca.
Marciume insinuante e corrompente.
Violenza crudele e imprevedibile.
Ripetizione ossessiva di schifose lacrime
di una madre vittimista e piagnucolona.
Quale porca di vita pretendi di darmi
se poi mi rubi la luce del Sole?
Lusso di chi ha terra
e lenta agonia di chi vive la baracca dal tetto approssimativo.
Riempi piscine
e metti piscio nel mio bicchiere.
Non lavi ma porti veleni
di cui annulli la pietosa leggerezza nell'aria.
Invadente ticchettio come una chiacchiera inutile.
Infida che non posso bruciare al rogo
perche' ti fai fantasma vapore per tornare ancora.
Odioso elemento incontrollabile, ti dividi in mille figlie
una piu' puttana dell'altra.
Assassina che cerchi pretesti giustificatori.
Voglio un sole implacabile in un deserto arido che mi asciughi.
Voglio diventare una secca mummia senza neanche una stilla del ricordo di te.

[NDA] Un poco di poesia rinfranca lo spirito, non e' vero?

2 commenti:

MariaPaola E. ha detto...

“Cittadini in movimento”. La partecipazione sociale nell’era globale

Le trasformazioni in corso impongono di riflettere sulle dinamiche emergenti in una società in profondo cambiamento. Il progressivo sgretolamento del modello moderno, ha portato ad intravedere nei processi in atto il pericolo di una frammentazione, derivante dalla perdita della capacità dei soggetti di darsi una finalità comune e di realizzarla. Con il dissolversi delle forme tradizionali, infatti, la stessa costruzione di senso alla base dell’agire sembra divenire sfuggente; l’identità stessa entra in crisi; una crisi che investe dapprima i riferimenti tradizionali dell’età moderna: Stato, famiglia, religione, per poi ripercuotersi, mediante una sorta di “effetto onda“ sull’individuo. Tuttavia, se è vero che viviamo l’incombere dell’insicurezza ontologica, è altrettanto vero che nella società sono in atto processi di de-frammentazione, di ricomposizione. Una ricomposizione intravista, possibile, auspicabile, di cui però non si può ancora delineare l’orientamento, né la direzione. La tesi nel suo dispiegarsi tenta di fornire alcuni elementi che portano a rintracciare nella vitalità della società civile una sorta di laboratorio in cui vengono prodotti anticorpi utili a contrastare i processi di frammentazione sociale. In essa, infatti, vengono sperimentate nuove modalità di partecipazione, costruiti progetti con l’apporto di soggetti diversi, costituite nuove aggregazioni comunitarie. Un processo di ricomposizione in cui la paura, l’incertezza, il rischio giocano un ruolo strategico. Il rischio nella sua intrinseca connotazione finisce, così, per sollecitare negli individui l'assunzione di comportamenti votati all'autodeterminazione ed a una crescente nuova partecipazione. Obiettivo della tesi è dunque quello di rintracciare le forme e la portata dei processi di ricomposizione. A tal fine è stato analizzato il rapporto tra l’attore sociale e l’impegno speso a favore della collettività, in particolare, punto focale è la partecipazione sociale, intesa nell’accezione più ampia di cittadinanza attiva. Definita quest’ultima, dopo averne tracciato l’evoluzione storica, le istanze che accoglie e il ruolo che può e deve avere con le istituzioni, sono state indagate le due forme in cui si esprime: da un lato l'associazionismo di terzo settore, dall’altro i movimenti sociali. Il fermento sociale che ha rianimato le strade delle nostre città è il risultato di un processo segnato da una serie di avvenimenti che hanno concorso al “risveglio” di una coscienza critica in grado di riconsegnare alla persona e al cittadino il suo ruolo di cittadinanza attiva. Infine, la scelta di prendere in esame la “moltitudine” scesa in piazza il 20 marzo 2004 deriva dalla volontà di comprendere se la partecipazione sociale che ha accompagnato le manifestazioni di piazza negli ultimi anni sia una partecipazione forte, costante, oppure soft, circoscritta, occasionale. In altre parole, chi scende in piazza è un cittadino attivo oppure la sua è una partecipazione fugace, “transitoria”? E’ una “partecipazione individuale” o espressione di una partecipazione sociale e/o politica?

Veleno Sereno ha detto...

Grazie MariaPaola per il tuo prezioso intervento, visto che ho 25 max 30 visitatori l'anno lo lascio.... anche se non c'ho capito un cazzo! 8-) Non e' che per caso tu volessi lasciare anche un Bignamino riassuntivo... cosi' tanto per inquadrare il tema del contendere? Se poi era per provare come si posta, ti consiglio questo:
http://it.lipsum.com/

Veleno